Tempi duri per il settore automotive tedesco: uno dei più importanti produttori di componenti annuncia un drastico piano di tagli al personale.
Il mondo dell’auto tedesca trema. Non bastava la concorrenza spietata dei produttori cinesi, che stanno invadendo il mercato con prezzi stracciati. Non bastavano le vendite in calo e un mercato sempre più incerto. Ora arriva la notizia che nessuno avrebbe voluto sentire: Bosch, il colosso della componentistica auto, ha deciso di tagliare migliaia di posti di lavoro.
Una decisione che fa male, soprattutto perché arriva da un’azienda che è sempre stata sinonimo di stabilità e sicurezza, solida come una quercia secolare nel panorama industriale tedesco. Ma anche per le quercie i tempi diventano amari, in un panorama competitivo squassato dalla concorrenza cinese e dalla transizione elettrica.
Il piano è chiaro e spietato come una formula matematica. La divisione informatica perderà 3.500 dipendenti entro il 2027. Lo stabilimento di Hildesheim dovrà dire addio a 750 lavoratori, di cui 600 già con le valigie in mano per il 2026. E non finisce qui. La divisione sterzi di Schwaebisch Gmuend vedrà sparire altri 1.300 posti di lavoro tra il 2027 e il 2030. Numeri che fanno girare la testa, come un pugno nello stomaco per migliaia di famiglie.
La crisi morde, e nessuno sembra al sicuro. Volkswagen sta già lottando con i sindacati per la chiusura di alcuni impianti. Mercedes, l’orgoglio dell’industria tedesca, ha dovuto ammettere che serviranno tagli ancora più pesanti dopo un crollo degli utili che ha fatto tremare i piani alti.
I sindacati non ci stanno. Il consiglio aziendale e l’IG Metall hanno già alzato gli scudi, pronti a dare battaglia. Frank Sell, vice capo del consiglio, ha promesso resistenza su tutti i fronti. Ma nell’aria si respira un senso di inevitabilità, come quando si vede arrivare un temporale e si sa che non si può fermarlo.
Questa non è solo una questione di numeri e bilanci. Così sta succedendo in tutta Europa, senza prevviso Industrie che cambiano pelle, mercati sconvolti, da reinventare completamente. Le vecchie certezze non valgono più. Unn fenomeno che sembra colpire più di altri l’industria automobilistica tedesca, faro di innovazione in un mondo che però è scomparso.
Il futuro è incerto come una strada di montagna nella nebbia. Bosch, come gli altri giganti tedeschi dell’auto, deve trovare un nuovo equilibrio tra tradizione e innovazione, tra costi e qualità. La speranza è che questi tagli dolorosi servano almeno a garantire un futuro all’azienda. Ma per ora, l’unica certezza sono quei 5.550 posti di lavoro che, come foglie in autunno, stanno per cadere.
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