Un pilota professionista, una notte brava a Milano e un finale in caserma. Una vicenda che fa tremare il mondo delle corse e mette nei guai un giovane talento della scuderia del Cavallino.
La movida milanese miete un’altra vittima illustre. Questa volta è toccato a un pilota della Ferrari, finire nella rete dei controlli notturni. Una serata come tante in discoteca, qualche drink di troppo e poi quel tentativo maldestro di mettersi al volante che gli è costato più di quanto potesse immaginare. Come un principiante alle prime armi, non come chi è abituato a domare bolidi da corsa.
Chi lo avrebbe mai detto che proprio lui, abituato alla precisione millimetrica dei circuiti, potesse perdere la bussola in una notte qualunque? Eppure è successo, proprio lì, all’angolo tra via Moscova e largo la Foppa. Il ventitreenne, che fino a poche settimane fa sfrecciava sulla Ferrari 488 Challenge Evo nel campionato italiano Gran Turismo, si è trovato protagonista di una storia ben diversa dalle sue solite gare.
Dal paddock alla questura
La scena ha dell’incredibile e vede come protagonista il belga Gilles Renmans. Il giovane esce dal locale alle cinque del mattino, barcolla verso una BMW Serie 2 – non sua ma di un amico – e tenta goffamente di metterla in moto. I carabinieri lo notano subito. Ma invece della collaborazione che ci si aspetterebbe da un professionista, arriva una reazione che sa di sfida. Niente documenti, niente alcoltest, solo un atteggiamento spavaldo che peggiora la situazione minuto dopo minuto.
Il risultato? Due denunce pesanti: resistenza a pubblico ufficiale e guida in stato di ebbrezza. La patente, che per un pilota vale quanto l’aria che respira, rischia ora una sospensione che potrebbe arrivare a quattro anni. Un autogol clamoroso, considerando che l’auto non era nemmeno sua.
Il tempismo poi non potrebbe essere peggiore. Il Senato ha appena approvato nuove norme sulla sicurezza stradale, con sanzioni ancora più severe per chi guida dopo aver bevuto. Come una beffa del destino, proprio un pilota professionista si trova a fare da apripista in questo giro di vite.
Per la Ferrari è una macchia che brucia. Non bastassero le difficoltà in pista, ora arriva anche questo scivolone che stride con l’immagine di professionalità del marchio di Maranello. Una vicenda che lascia l’amaro in bocca, come un sorpasso subito all’ultimo giro.
La notte milanese di Renmans si è conclusa in caserma, lontano anni luce dai box e dai circuiti dove di solito brilla. Una storia che insegna come anche i professionisti della velocità possano perdere il controllo, non in pista ma nella vita vera, dove non ci sono vie di fuga né gomme di scorta.